lines architectures in country environment

urbanizzazione agricola del FVG

Descrizione

E se nel futuro, tra 100 anni, il Friuli Venezia Giulia diventasse una unica metropoli da 8 milioni di persone?

Questa è l’ipotesi alla base di questo studio, che intende trovare una forma e un luogo nell’ipotesi di un aumento esponenziale della popolazione mondiale, limitandosi alla zona della Regione in questione. Dopo diversi tentativi, tra forme astratte e spinte, tra ricerche nella teoria dell’architettura e progettisti visionari dei secoli scorsi, tra tecnologie all’avanguardia o ipotizzate di cui sempre piu spesso si parla, siamo arrivati alla conclusione che il futuro che sognamo non è quello visto in film come Blade Runner, non è quello fatto di infrastrutture come Hyperloop, non è quello di città sospese o ipogee progettate da Soleri.

La nostra idea di futuro si basa sulla semplicità delle forme e sulla semplicità della vita, cercare di allargarsi e vivere meglio, piuttosto di velocizzarsi e vivere nella frenesia. Per questo motivo, dopo una attenta analisi del tessuto insediativo della regione, ci siamo accorti della presenza di una griglia invisibile che percorre tutta la zona pianeggiante della regione FVG (storicamente utilizzata già al tempo dei romani) nei cui incroci sono cresciuti paesi di poche migliaia di anime. Questi paesi sono tutti isolati tra loro ma collegati da infrastrutture medio-leggere che li uniscono con tempi di percorrenza molto ridotti. Da questo punto di partenza ci siamo fatti alcune domande: perchè queste infrastrutture “vuote” non possono diventare la linea da percorrere per unire i vari villaggi e dare vita a quella che oggi è solo percorrenza? Perchè spostarsi in auto per fare 10 minuti per attraversare un’area coltivata e arrivare ad un altro villaggio? Perchè non viene più data importanza a sentieri e strade bianche?

L’anagramma del titolo L.A.C.E. non è certo un caso che sia la traduzione in inglese della parola “merletto” o “laccio”, infatti se quelle che oggi sono solamente delle strade di collegamento diventassero dei paesi lineari, andrebbero a saturare quelli che oggi vengono letti come dei “vuoti territoriali” e da una vista aerea andrebbero a completare quella griglia invisibile che oggi sembra avere solo dei punti nelle zone di incrocio. Il risultato porterebbe ad avere un disegno a ragnatela su tutto il territorio della pianura friulana, dove il rapporto tra pieno e vuoto cambierebbe totalmente la sua gerarchia e la lettura territoriale risulterebbe molto più scandita tra i nuovi pieni, cioè le città lineari, e i vuoti, cioè le zone arative e le zone collettive.

Proprio per questo attaccamento alla terra e per il rallentamento della vita, in contrasto con la sempre più accentuata frenesia della società contemporanea, il progetto prevede delle abitazioni che seguono il tracciato dei lotti già presenti sul territorio adiacente alla spina che traccia l’infrastruttura su ruota. In questo modo da una vista aerea il tessuto territoriale non ha un cambiamento alieno a ciò che è già presente e l’inserimento di una nuova comunità di così tanti abitanti non viene letta come una distopia dei luoghi ma piuttosto come un intervento sensibile e legato al genius loci.

Collaboratori

progettato con: Cristian Burelli

progettato con: Monica Campagnol

Dati in sintesi

codice:

LACE

stato:

università

tipologia:

landscape

location:

UD

superficie:

– mq

anno:

2019

fasi:

0-1-2