hotel casa rossa

dare vita a nuove forme turistiche

Descrizione

L’origine del castello di Colloredo è molto antica, la sua prima edificazione viene collocata nel periodo di massimo potere del Patriarcato di Aquileia, ovvero durante il periodo che va dal XIII al XIV secolo, quando, per la necessità di proteggere il territorio dalle diverse minacce di invasione, vennero erette numerose fortificazioni, le quali assicuravano un ampio controllo del territorio pianeggiante circostante. Dall’inizio della costruzione del Catello di Colloredo di Monte Albano sono passati sette secoli, settecento anni durante i quali la “fabbrica” del castello si è evoluta, modificata e adattata sempre alle mutevoli condizioni del tempo e degli eventi.

L’elemento di partenza della Casa Rossa, la torre, è una delle prime strutture erette sul colle del castello, che, grazie al muro di cinta alla quale era raccordata e con i suoi sei piani fuori terra fungeva da vedetta fortificata e permetteva di avere una visione ampia della pianura sottostante. Dai documenti storici giunti sino a noi e grazie all’aiuto dei rilievi effettuati è stato accertato che il primo nucleo abitativo della Casa Rossa venne costruito nel XIV secolo, esso era costituito da un grande ambiente tripartito che si articolava su tre piani praticabili e formato da un corridoio centrale di distribuzione, il quale dava accesso a due grandi aree a nord e a sud. Dopo le due scosse del tristemente famoso terremoto del 1976 gli edifici hanno subito crolli considerevoli a seconda delle differenti parti del castello.

La Casa Rossa da sempre è stata uno degli organismi edilizi più significativi del castello: con la sua posizione, il suo muro di cinta merlato, l’alta torre e l’intonaco rosso della facciata, era un’icona del castello di Colloredo, visibile addirittura a chilometri di distanza. Dopo il tragico evento del 1976, e il crollo di gran parte delle strutture del castello, anche la Casa Rossa ha subito ingenti danni, andando così a perdere tutta la magnificenza dei secoli passati e rimanendo un semplice rudere, tra i molti, della collina di Colloredo.

L’idea di dare nuovamente un’identità a questa ala del castello parte dal presupposto di unire diverse funzioni nello stesso edificio, pubbliche e private, quindi luoghi di incontro comuni e aree di sevizi “private” legate a una spa e al soggiorno, per dare vita sia al giorno che alla notte. All’interno della Casa Rossa andremo quindi a realizzare un hotel di lusso con area wellness, mentre alcune aree saranno adibite a bar e a zone di incontro, fruibili anche da persone esterne all’hotel. Il concept del progetto è quindi un restauro, mantenendo la rovina inalterata e ricostruendo la volumetria preesistente ma con tecniche non tradizionali, dotando l’edificio di impianti e sistemi di produzione dell’energia efficienti ed ecosostenibili. Lo studio per l’inserimento delle diverse funzioni all’interno della Casa Rossa mira al mantenimento dell’impianto planimetrico perimetrale originario, lasciando invariati i grandi volumi dei saloni originari e modificando la distribuzione interna solamente nelle parti meno significative. L’obiettivo è quello di ottenere una collaborazione ottimale e compatibile con le peculiarità architettoniche preesistenti, conservando solamente le rovine e integrando le parti mancanti tramite nuove tecniche e nuovi materiali, conferendo alla Casa Rossa un nuovo aspetto, distinguendone efficacemente il nuovo dall’antico. Il risultato non vuole essere una mimesi del complesso originario, bensì una libera reinterpretazione che ne ripropone un diverso aspetto alla comunità.

Dall’ultimo piano della torre si può ammirare il paesaggio di tutta la valle, da nord a sud, da est a ovest; il precedente cornicione alto 80 cm è stato sostituito con una fascia vetrata di pari altezza che diventa la vera e propria macchina da presa per chi si trova a guardare attraverso. Le bucature preesistenti sui lati della torre sono state riproposte nell’esatto posto in cui si trovavano, ma tramite la ricostruzione del piano di imposta del solaio ad una differente quota, queste finestre possono essere utilizzate da bambini e disabili visto che si trovano in una posizione più bassa rispetto al solito.

Parlando dei materiali utilizzati, la soluzione adottata per l’involucro esterno permette l’installazione completamente “a secco” di mattoni facciavista tradizionali in una facciata ventilata, in questo caso con finitura affiancata per denunciare la funzione non strutturale dell’elemento. La sottostruttura metallica sulla quale i mattoni vengono ancorati rende la sua costruzione rapida e di facile impiego. L’uso di acciaio corten nelle imbotti di nuova costruzione conferisce all’edificio un aspetto contemporaneo e allo stesso tempo tradizionale grazie all’utilizzo di una tonalità già presente nel contesto antico originario. La pietra Piasentina a grana media permette, invece, di realizzare una pavimentazione esterna di qualità e resistenza nel rispetto del tradizionale uso dei materiali nel territorio friulano.

Facendo un confronto planimetrico della Casa Rossa prima del crollo e dopo l’intervento si può notare come alcuni degli elementi identificativi degli spazi interni-esterni siano stati rispettati con cura, seppur con qualche modifica vista la diversa destinazione d’uso: i tre ingressi sono rimasti gli stessi; la distribuzione verticale dell’angolo nord-ovest; l’elemento delle scale a pioli nella torre; i grandi saloni a sud, con caminetto, su tutti i tre livelli; gli ingressi ai saloni dal vano centrale; la doppia altezza al piano secondo; le camere sul lato nord; l’uso dei piccoli ambienti in adiacenza all’Ala Est; tutte le bucature preesistenti in facciata; il blocco esterno sulla corte con pari volumetria.

Il progetto, non essendo una ricostruzione “com’era e dov’era”, ha un uso completamente differente dalla sua origine, ma questo fatto non ha portato ad uno stavolgimento della storia degli spazi. Questo secondo noi è la cosa più importante, ed è stato il focus di tutto il lavoro, dall’inizio alla fine.

Collaboratori

progettato con: Cristian Burelli

progettato con: Jacopo Brescacin

progettato con: Monica Campagnol

Dati in sintesi

codice:

CCMA

stato:

università

tipologia:

accoglienza

location:

UD

superficie:

735 mq

anno:

2019

fasi:

0-1-2